L’eccessiva sonnolenza è definita silent killer, secondo i dati Aci 2020, è associata a un quinto dei sinistri. Attenzione ai segnali d’allarme: bruciore occhi, palpebre pesanti e difficoltà a mettere a fuoco
Quando si è al volante, la prudenza non è mai troppa. Bisogna essere responsabili per se stessi e per gli altri. Basta un attimo per perdere il controllo del mezzo e il viaggio, breve o lungo che sia, può trasformarsi in tragedia a causa di un colpo di sonno, quell’addormentamento momentaneo che fa perdere il controllo del mezzo. Gli occhi si chiudono e se si è fortunati, ci si sveglia nell’auto accartocciata come una lattina, con il cuore che batte all’impazzata. Altrimenti, lo scenario è altro. Silent killer. Un killer silente.
Le tragedie sulla strada: 1 incidente su 5 causato da colpo di sonno
Le pagine di cronaca nera dei principali quotidiani nazionali, così come quelle delle testate giornalistiche locali, raccontano di tragedie che avvengono sulla strada con frequenza: quando si ricostruisce la dinamica, spesso si fa riferimento alla distrazione che, nella maggior parte dei casi, è legata all’uso che si fa al volante del telefono cellulare. Altre volte, invece, si menziona l’eccessiva velocità, altre volte ancora, le condizioni meteo che rendono viscido il manto stradale. Ma si può provocare un incidente anche a causa della sonnolenza, fattore di rischio talvolta sottovalutato.
Gli addormentamenti improvvisi durano dai 3 ai 30 secondi e vengono chiamati microsleeps.
Stando ai dati resi noti in occasione di una delle ultime Giornate mondiale del sonno, celebrata il 15 marzo 2019, è stato messo in evidenza che 1 incidente su 5 è dovuto “a stanchezza o colpo di sonno. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha espresso forte preoccupazione: nel caso in cui non ci saranno interventi significativi, entro il 2030 le stime portano a ritenere che “gli incidenti su strada diventeranno la quinta causa di morte”.
Le conseguenze del colpo di sonno sono state richiamate dall’Automobile Club d’Italia (Aci) nell’ultimo report sulle cause degli incidenti stradali mortali avvenuti in Italia con riferimento l’anno 2020.
“L’eccessiva sonnolenza – si legge – è associata approssimativamente a un quinto degli incidenti stradali, come causa diretta o indiretta”. Come messo in evidenza dall’Aci “dormire meno di 5 ore per notte aumenta di 4,5 volte la probabilità di avere un incidente stradale”. Non dormire affatto induce a “errori alla guida simili a quelli commessi da chi si mette al volante dopo aver bevuto e presenta livelli di alcool nel sangue uguali o superiori a 1,00 grammo per litro”.
Gli studi, inoltre, permettono di affermare che chi soffre della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, ritenuto il più frequente tra i disturbi patologici del sonno, ha “un rischio di incidente stradale da 2 a 7 volte superiore a quello osservato nelle persone che non hanno questa problematica”.
“Tale rischio – ricorda l’Aci – è più che doppio rispetto a quello imputabile all’abuso di alcool e/o al consumo di tranquillanti o cannabis”.
Stando ai dati elaborati dalla Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, fermo restando la stima secondo cui “almeno un incidente su 5” è “causato da un colpo di sonno”, la fascia oraria più a rischio è quella che va dalle 20 alle 7 del mattino, con picco attorno alle 4: 5,7 morti ogni 100 incidenti.
Quanto, poi, alle conseguenze degli incidenti causati dal colpo di sonno, sono quelle più gravi: mortali per il conducente, per chi viaggia con lui e per chi occupa i mezzi coinvolti. I pericoli, inoltre, sono direttamente proporzionali alla durata del viaggio o meglio, aumentano con l’aumentare del numero delle ore alle guida senza sosta. Per questo motivo, la categoria più esposta a questo rischio è quella degli autisti.
Il Codice della strada e le conseguenze associate al colpo di sonno
Stando a quanto previsto dal Legislatore, chi si mette alla guida e causa un incidente per un colpo di sonno, è responsabile delle conseguenze che ne derivano, perché non si tratta di un evento di forza maggiore e non si tratta neppure di un malore improvviso. Al contrario, la sonnolenza deve essere prevista ed evitata.
Il Codice della Strada lo dice in maniera chiara. Di rilievo è ‘articolo 141 (comma 2): “Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado – si legge – di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza”.
Chi guida in condizioni di non sicurezza, corre il rischio di incappare in una multa che può oscillare da un minino di 42 euro a un massimo di 173 euro. E può anche correre un ulteriore rischio, Codice della Strada alla mano, nel caso di incidente stradale mortale: finire sotto processo con l’accusa di omicidio stradale, reato per il quale è prevista una condanna sino a 18 anni di reclusione. In tal senso, ci sono recenti pronunce della Corte di Cassazione.
I campanelli d’allarme spesso sottovalutati dagli automobilisti
Molte volte ci si mette alla guida sopravvalutando l’effettiva capacità di resistere al sonno e tutti quei segnali che, al contrario, sono più che significativi del grado di stanchezza e quindi del rischio di chiudere gli occhi.
Ci sono, infatti, una serie di campanelli d’allarme: gli occhi che danno fastidio perché bruciano e c’è la necessità di toccarli, le palpebre che diventano pesanti, la fatica a ricordare i cartelli stradali che indicano dove ci si trova e la correzione frequente della traiettoria.
Quando ci si trova in una di queste condizioni, l’unica cosa da fare è fermarsi e riposare. Interrompere il viaggio e riprenderlo dopo essersi concessa una pausa. Proseguire facendo finta di niente espone a rischio di incidente non solo chi è al volante, ma chi viaggia con lui e chi occupa altri mezzi che in quel momento percorrono lo stesso tratto di strada. Perché rischiare? Non c’è alcun motivo per farlo. Fermarsi, invece, evita il colpo di sonno e salva la vita.